MAUS

Mi è piaciuto moltissimo questo romanzo a fumetti di Art Spiegelman. Attraverso le parole e i ricordi di Vladek, ebreo polacco sopravvissuto ad Auschwitz, il figlio ne ripercorre la storia, dolorosa, terribile quanto reale. Mi ha commosso ed ho finito la lettura con gli occhi appannati dalle lacrime. Consiglio a tutti perché è un libro che merita veramente, mi spiace averlo scoperto così tardi e per caso!

Ho scelto di leggere questo libro il giorno della memoria, come modo, appunto, per ricordare. È la prima lettura di questo argomento che affronto e sono contenta sia stato un fumetto, in particolare un "classico" e forse sono andata sul sicuro, ma vabbè. Ho amato questo fumetto, a parte il modo di raccontare la storia della famiglia e la storia del padre sopravvissuto, ma anche le tante emozioni che trasmette. Ad emozioni ne ho provate tante e diverse, tra negative e positive, e sono contenta che da una parte ci siano pure le positive nonostante il tema. Questa lettura mi è stata consigliata e niente l'ho apprezzata tantissimo.

Attraverso il Graphic Novel, Art Spiegelman ci offre una visione diversa e personale dei terribili eventi accaduti durante l’Olocausto. Per più di otto anni, l’autore ha raccolto i racconti e le testimonianze del padre, Vladek, ebreo sopravvissuto ai campi di concentramento. Vladek abitava in Polonia, era un grande imprenditore, aveva messo su famiglia con la sua amata Anja. Avevano una vita felice ed agiata, una famiglia unita e una lunga prospettiva di vita. Ma la guerra lì ha colpiti da un giorno all’altro e da uomini liberi sono diventati topi in trappola nella Germania nazista. La narrazione di Art e la precisione della sua matita, ci raccontano dettagliatamente la triste storia di Vladek e della sua famiglia. Pagina dopo pagina si percepisce la crudeltà della guerra, la persecuzione degli ebrei fino alla deportazione ad Auschwitz. Grazie ai racconti di Vladek riviviamo le lunghe notti nei vagoni di un treno, la fame, la paura di non uscirne vivi, il tentativo disperato di sopravvivenza. La storia del padre è intervallata da scene di vita quotidiana, di come Art si recava periodicamente in casa del padre cercando di raccogliere più informazioni possibili; l’autore fa anche un passo indietro sulla sua adolescenza e sul rapporto con la madre, che, senza lasciare una riga, decise di suicidarsi. Lei, come tante altre persone, non era riuscita a sopportare la paura che la guerra le aveva lasciato. Ci viene raccontato anche quanto sia stato difficile ricominciare dopo la liberazione, del senso di colpa del sopravvissuto, la paura di perdere nuovamente tutto. Per un po’ l’autore si chiede che senso abbia riportare ancora su carta questi racconti che, in fondo, non riusciremo mai a comprendere a pieno. Indubbiamente non possiamo neanche immaginare le emozioni di Vladek, ma grazie alla perfetta unione di parole e disegni, è come se ognuno di noi avesse trascorso una giornata in compagnia delle parole delle sue parole, e nessuno potrà mai dimenticare.