Persone normali

Probabilmente la mia sarà una voce fuori dal coro, ma non mi ha proprio convinta. Questa totale mancanza di comunicazione tra i due protagonisti non ha fatto altro che mettermi ansia ed irritazione sin dalla prima pagina. Le cose non sono migliorate nel finale, con Marianne che persiste su questa strada, non sono assolutamente riuscita a vedere un cambiamento, un evoluzione nel suo personaggio. Troppi "non detto" e poca evoluzione caratteriale. Ho però apprezzato lo stile, specialmente il modo di rendere il parlato.

Ho avuto l'impressione che fosse ambientato più negli anni '70 che non nel XXI secolo. Inizialmente lento, si è sviluppato poi in maniera più interessante mettendo a nudo le fragilità di due giovani irlandesi, Marianne e Connell. Mi sono affezionata alla loro storia d'amore e a come l'autrice le abbia dato senso e spessore. Il finale è tra quelli plausibili, probabilmente l'autrice vuole essere possibilista. Interessanti i ritratti psicologici dei vari personaggi e le relazioni che essi costruiscono, che sanno però di altri tempi.

“Incomunicabilità”. È ciò che esprimono Connell e Marianne in questa storia d’amore travagliata, sofferta, interrotta e ripresa, poi di nuovo interrotta e di nuovo ripresa e così all’infinito. Con questa storia Sally Rooney ribalta il concetto di cattiveria, che si svela la conseguenza di un grande dolore: i protagonisti hanno atteggiamenti sbagliati, crudeli, freddi l’uno con l’altra; soffrono da soli e noi lettori siamo gli unici a saperlo. Vorremmo dir loro di parlare e di confessare, invece che continuare a vagare nella nube delle parole che muoiono in bocca, ma è così che facciamo anche noi e infatti a chi la vogliamo dare a bere. È per questo che è così facile riconoscersi nelle parole dell’autrice; i due ragazzi si vivono facendo tutto il contrario di ciò che provano reprimendo i sentimenti in nome della tutela dell’altro, degli errori che hanno paura di commettere, del sentirsi ingiustamente amati: Sally Rooney ci raffigura così, con i nostri comportamenti normali che sono nient’altro che omologazione a ciò che siamo convinti ci renda migliori agli occhi degli altri. E ai nostri.

È un bel libro, che mette in tavola temi importanti: dalla depressione alla violenza psicologica subita in famiglia. Il difetto sta nella mancanza di reazione da parte della protagonista che persiste fino all'ultima pagina. Mi aspettavo un'evoluzione da parte sua, ma niente. Peccato. Ciò però non esclude la presenza di pagine da brividi e descritte così bene da riuscire ad entrare in empatia con i protagonisti, come se io stessa avessi vissuto la loro storia. Mi hanno fatto arrabbiare, ma ho voluto loro anche tanto bene. Sicuramente una scrittura scorrevole, senza troppi giri di parole e che non ti permette di staccare gli occhi dalle pagine. Bello, ma non eccezionale.

Storia dell’Amore totalizzante sia in positivo che in negativo, che qualcuno di noi ha il privilegio di vivere...