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Credo che un’ora di incontro a connessioni il 20 febbraio non basterà per chiedere a Francesca Giannone quanto c’è di vero e quanto di inventato in questo romanzo, per chiederle di Anna, di Carlo, di Antonio, di Lorenza, della Cantina, di uno stilista e di un parroco, del comunismo e della casa delle donne, dei rimpianti e delle lettere, degli eredi e di cosa realmente sanno, per chiederle tutti i perché che mi assillano ancora, dopo aver letto l’ultimo rigo di questo appassionante romanzo, di questa saga familiare, di questa vita di un paese italiano che potrebbe essere stato quello dei nostri nonni, per chiederle se mentre scriveva i personaggi le parlavano, per chi tifava, se voleva che qualcosa fosse andata in maniera diversa, per sapere cosa è successo da quella fine ad oggi. I personaggi di questo romanzo sono vivi, veri e attuali, e non si può lasciarli andare. Io non ci riesco.
Libro meraviglioso… i protagonisti sono rimasti con me per settimane dopo la fine del romanzo
Ho trovato questo libro incredibile, coinvolgente e interessante, il racconto di emancipazione femminile non narrato in modo banale come spesso accade, bensì si catturano aspetti come quelli del lavoro dal punto di vista femminile, in famiglie che contengono rapporti complessi e una società che vive anni d’oppressione, tutto questo senza però far risultare il libro pesante al lettore
Un libro meraviglioso, una storia di coraggio amore ed emancipazione... da leggere assolutamente!
Romanzo scritto in modo impeccabile, direi eccellente, dal linguaggio ricco e forbito. Racconta l'intrecciarsi delle vite di alcune famiglie del sud Italia, travolte dai cambiamenti che porterà loro una giovane donna ligure, a cavallo tra gli anni '40 e '50. Le tipiche vicende della tradizione italiana, legate ai peccati taciuti, tengono il lettore in costante attesa di sapere come andrà a finire, quasi come una telenovela. Il libro affronta un'infinità di temi: dall'amore alla politica, dal disagio sociale alla violenza di genere. Tutto estremamente condivisibile e tutto estremamente perfetto. Forse troppo. Anche la protagonista è assolutamente perfetta: non sbaglia mai, non è toccata da alcuna fragilità, dubbio, insicurezza. Per i miei gusti troppo idealizzata. Nel complesso è un libro piacevole, scorrevole, ma appunto eccessivamente lineare e terribilmente nazionalpopolare. Non credo lo si possa definire un "capolavoro " e soprattutto, personalmente non mi ha smosso grandi emozioni. Ma forse è solo questione di gusti...