Marco Calibani ha un buon lavoro, una fidanzata, parenti e amici. E una sessualità esuberante. Pagina dopo pagina, ci racconta con ascetica minuzia i suoi incontri e le sue frustrazioni rivelandosi pochissimo dotato degli attributi classici della mostruosità. Ma c'è qualcosa di pericoloso nel modo che Calibani ha di parlare di cibo, di corpi, di affetti. La sua mostruosità si nasconde proprio lì: nelle parole con cui nomina e valuta le persone e le cose.