Un ricordo di Luis Sepúlveda

Addio al grande scrittore cileno, scomparso a 70 anni. Celebre per “Il vecchio che leggeva romanzi d'amore” e “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”, Sepúlveda ha unito la lotta contro la dittatura cilena alle campagne ambientaliste e alla difesa della natura

Siamo venuti a sapere con enorme dispiacere della scomparsa di Luis Sepúlveda, amatissimo dal pubblico italiano e dai lettori delle librerie ubik. Salito alla ribalta con il romanzo d'esordio Il vecchio che leggeva romanzi d'amore, Sepúlveda è entrato nel cuore di grandi e piccini con Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. Sempre dalla parte degli oppressi, di cui ha raccontato nei suoi tanti romanzi e libri di viaggio, lascerà un grande vuoto nel cuore di tutti noi.

Per salutarlo, abbiamo pensato di pubblicare un ricordo scritto da Barbara Sardella, responsabile dell'ufficio Eventi e comunicazione librerie ubik, che ha avuto modo di incontrare e conoscere Sepúlveda in diverse occasioni:

UN RICORDO DI LUIS SEPULVEDA

Sono stata fin da piccola un’appassionata lettrice, ho quindi sempre considerato un privilegio e una benedizione essermi trovata, un po' per caso, a lavorare proprio nel mondo dei libri.
Il mio lavoro mi ha dato l’occasione di conoscere tanti degli autori che leggevo da ragazzina, quando la lettura è ricerca di risposte, sete di conoscere, entusiasmo di imparare, inseguimento di un sogno. Ogni incontro quindi è stato per me un regalo, un’emozione grande.
Oggi se n’è andato uno degli autori che ho amato di più come lettrice, prima da giovane e poi coi miei bambini, e che ho potuto apprezzare dopo, conoscendolo e passando con lui, sempre accompagnato dalla sua amabile moglie Carmen, delle serate fatte di racconti che mai scorderò. Io che avevo il grande sogno di viaggiare e di conoscere il mondo (chi non lo ha da giovane, del resto?) mi appassionai alle sue storie e ai suoi personaggi, il primo che lessi fu Patagonia Express e non smisi più di seguirlo.
Lui diceva “Sono uno scrittore perché non so fare altro che raccontare storie” e il suo era un dono, sapeva incantarti passando dai racconti più duri alle favole che lo hanno fatto amare anche ai più piccoli. Quante sere passate con i miei figli leggendo La gabbianella e il gatto e poi tutti gli altri, il cane e il bambino, il gatto e il topo, la lumaca e la sua lentezza! Grandi storie di amicizia, amore per gli altri e per chi è diverso, per la natura e l’ambiente.
Ha avuto una vita a dir poco avventurosa, cresciuto in Cile con un nonno anarchico è sempre stato un combattente e un ribelle, tanto che sotto il regime di Pinochet fu arrestato e torturato per molti mesi, fu esule e girò il mondo, il Sud America e poi l’Europa, dove approdò negli anni Ottanta, periodo in cui conobbe e iniziò a lavorare per Greenpeace.
L’amore della sua vita è stata la poetessa Carmen Yanez, conosciuta da ragazzino, sposata, persa nel loro esilio per il mondo e poi ritrovata; uno di quegli amori senza fine, da romanzo, che leggevi negli occhi di entrambi quando erano insieme. Penso a lei in queste ore, ai suoi modi delicati, al suo sguardo dolce e intenso, alla sua figura minuta, sempre accanto a lui. Raccontando di come fossero sopravvissuti alla tortura, Carmen in un’intervista ha detto che erano giovani, avevano un sogno, ci credevano e questo li mantenne vivi e gli diede forza. Spero che un po' di quella forza, insieme ai ricordi, alle persone che restano, all’amore, alla poesia e a quanto ha condiviso con suo marito possano rendere l’assenza più sopportabile.

Vorrei condividere l’ultimo ricordo che ho di lui: fu una serata di un paio di anni fa a Como, in una grande sala gremita di persone ad ascoltarlo, tutte le sedie occupate tanto che i moltissimi bambini presenti si sedettero a terra, un semi-cerchio di testoline proprio davanti al suo tavolo, tutti con in mano i suoi libri letti da far autografare. Alla fine della presentazione si formò una lunga fila per il firmacopie, mi misi accanto a lui per aiutarlo con le tante persone e con la scrittura dei nomi italiani sulle dediche, fu attento e gentile con tutti, ma con i bambini fu speciale, chiacchierò con ciascuno di loro e firmò moltissimi libri! Alla fine, ci avviammo verso l’uscita e mi disse: “Grazie dell’aiuto, è un piacere lavorare con persone come voi.” Ecco, io che avrei voluto dirgli grazie per i suoi libri, grazie per avermi fatto stare lì accanto a lui ad ascoltare tutte le sue parole e quelle di affetto dei suoi lettori, grazie per essere lì, grazie per il tempo speso, ecco io mi sono sentita dire grazie.

Questo grazie e il suo sguardo profondo li porterò con me e non lo dimenticherò mai.